Le piante aromatiche che curano corpo e mente

1987
Le piante aromatiche che curano corpo e mente

Le piante aromatiche che curano corpo e mente. Le piante aromatiche vengono usate da millenni in cucina e nella medicina tradizionale.

Ricchissime di nutrienti e antiossidanti, le piante aromatiche offrono tantissimi benefici per la nostra salute, e ci aiutano a prevenire e trattare numerose condizioni. Oggi ti scrivo la lista delle piante aromatiche che curano corpo e mente.

Profumi intensi e avvolgenti, gusti inconfondibili, forme e colori caratteristici, le Erbe aromatiche sono insaporitori preziosi della cucina.

Conosciute fin dai tempi antichi, le Erbe aromatiche venivano utilizzate per le loro proprietà terapeutiche, per le loro caratteristiche chimiche e fisiche, per le credenze religiose e spirituali a cui venivano associate e, da ultimo, per le proprietà culinarie.

Presenti quotidianamente nelle cucine italiane, le Erbe aromatiche, oltre ad apportare benefici sul piano della piacevolezza delle pietanze, hanno proprietà eccezionali per la nostra salute.

Erbe aromatiche: perché fanno bene al corpo e alla mente

Numerosi sono gli studi che, nel corso degli anni, sono stati fatti in merito alle proprietà curative delle erbe aromatiche e ai suoi usi nella gastronomia.

Uno di questi studi, fu condotto dal dottor Gerhard Shmidt, il quale scrisse: “Aromatizzare migliora la digeribilità degli alimenti”.

Generalmente possiamo osservare come ogni aroma sviluppa la sua azione tramite gli organi del gusto, i quali appartengono al sistema sensi-nervi.

Questo stimolo dei nervi provoca quindi un’attività nel ricambio. Essa inizia già con lo stimolo nella secrezione della saliva, poi dei succhi gastrici, fino ad agire beneficamente sull’intestino.

Quindi, l’intera attività digestiva viene stimolata e abbreviata.

Un altro studio condotto sempre sulle proprietà delle erbe aromatiche, fu fatto dal dottor Rudolf Steiner il quale ha rilevato come ognuno di noi riesce a percepire gli aromi anche attraverso altri organi, oltre a quelli della digestione, grazie alla loro capacità di captare a livello inconsapevole quelle differenze di sapori che a livello cosciente noi avvertiamo attraverso il gusto.

Sulla base di tale studio si può arrivare a una specie di organologia delle spezie:

  • l’aroma del finocchio, sollecita una reazione da parte del fegato;
  • la salvia da parte dei polmoni,
  • il prezzemolo dei reni,
  • la paprika del cuore.

 

Preparazione erboristica delle erbe aromatiche o officinali

Delle piante officinali si utilizzano alcune parti, chiamate droghe, nelle quali sono presenti le sostanze funzionali, o principi attivi, responsabili dell’attività della preparazione.

L’insieme delle sostanze funzionali contenuto all’interno di una droga è denominato fitocomplesso.

Esaminiamo le principali preparazioni erboristiche presenti in commercio, cominciando dalla distinzione di preparazioni da pianta fresca e preparazioni da pianta secca.

Dalla pianta fresca si ottengono due preparazioni differenti:

  1. il succo, che si ottiene per semplice spremitura della droga
  2. la tintura madre che si ottiene per macerazione in una opportuna miscela di acqua e alcool. Le tinture madri hanno una concentrazione pari a 1:10 espressa secondo il peso secco della droga e presentano il vantaggio di avere tutte le sostanze funzionali presenti nella droga, inclusi gli enzimi; l’unico inconveniente è la necessità di utilizzare dosaggi piuttosto elevati essendo preparazioni a bassa concentrazione.

Dalla pianta secca si ottengono più preparazioni:

  1. la più semplice è il cosiddetto taglio tisana. Ci si preparano infusi o decotti
  2. polvere micronizzata: si ottiene per polverizzazione fine delle droghe
  3. estratto fluido: si ottiene per macerazione in acqua e alcool delle droghe secche e la soluzione che si ottiene ha una concentrazione di 1:1
  4. estratto molle: si ottiene dall’estratto fluido per parziale svaporazione del solvente fino ad ottenere una pasta densa, al punto di non bagnare un foglio di carta sulla quale fosse posata. Caduti in disuso, gli estratti molli resistono quasi esclusivamente per ginseng. Rapporto di concentrazione circa 2,5:1.
  5. estratto secco: si ottiene per totale evaporazione del solvente e rappresenta la massima concentrazione possibile ottenibile da una droga. Salvo eccezioni, il rapporto di concentrazione è di 4-5:1.

Proprietà nutritive delle erbe aromatiche

Vediamo ora le principali proprietà nutritive che si ritrovano nelle droghe:

  • Oli essenziali
  • Eterosidi
  • O-eterosidi:
    • flavonoidi
    • cumarine
    • tannini
    • antrachinoni
    • idrochinoni
    • saponine
    • salicilati
    • iridoidi
  • S-eterosidi
  • Alcaloidi
  • Fibre:
    • mucillagini
    • pectine
    • gomme
  • Oli
  • Vitamine e sali minerali

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A seguire: Le piante aromatiche che curano corpo e mente

Piante aromatiche per lo stomaco

Lo stomaco è un organo freddo, di contenimento. Le droghe attive sullo stomaco appartengono pertanto quasi esclusivamente all’ambito delle droghe calde e secche.

La parte principale la svolgono le droghe amare, che scaldano con moderazione e stimolano la produzione di succhi gastrici.

Le droghe amare più note sono:

  • genziana (Gentiana lutea),
  • china,
  • quassio (Quassia amara),
  • centaurea (Erythraea centaurium),
  • menta,
  • salvia (Salvia officinalis).
  • melissa (Melissa officinalis), oltre a riscaldare moderatamente svolge azione spasmolitica gastroviscerale.

 

Anche alcune spezie svolgono notevole attività gastrica come:

  • cannella (Cinnamomum  zeylanicum),
  • chiodi di garofano (Eugenia cariophyllata),
  • zenzero (Zingiber officinale).

 

In caso di ulcere bisogna anche aggiungere droghe ad attività cicatrizzante come liquirizia, equiseto (Equisetum arvense), piantaggine.

Si riporta una formula collaudata di un rimedio naturale per l’Helicobacter pylori:

  • Curcuma (Curcuma longa): 40%
  • Zenzero: 20%
  • Liquirizia (o Altea negli ipertesi) 20%
  • Cannella 20%

Piante aromatiche per l'intestino

Bisogna innanzitutto distinguere tra i disturbi dell’intestino e le disfunzioni. Tra i disturbi consideriamo le coliti, come disfunzioni consideriamo la stipsi (ovvero la diarrea).

Anche nel caso delle coliti bisogna distinguere tra coliti fredde e coliti calde. Segno di calore è un dolore acuto, improvviso, mobile e trafittivo. Di freddezza un dolore sordo, continuo, poco mobile.

La stipsi può essere dovuta sia ad eccesso di calore (che asciuga e dissecca) che ad eccesso di freddezza (che rallenta il movimento intestinale perché contrae). La lentezza digestiva con senso di pesantezza localizzato nella regione pelvica, è segno di freddezza.

Se prevale l’aspetto calore, le piante utilizzate sono lenitive rinfrescanti:

  • malva,
  • achillea (Achillea millefolium),
  • piantaggine,
  • papavero rosso.

 

Se accompagnate da umidità è opportuno aggiungere delle piante moderatamente calde ma “asciuganti”, come ad esempio:

  • finocchio (Foeniculum vulgare),
  • anice (Pimpinella anisum),
  • cannella,
  • origano (Origanum vulgaris),
  • salvia (Salvia officinalis).

 

Se al contrario prevale la freddezza, accompagnata o meno da umidità, si ricorre a spasmolitici caldi come

  • melissa (Melissa officinalis),
  • angelica (Angelica archangelica),
  • camomilla (Matricaria chamomilla).

 

Problema di stipsi

viene trattato con diversi tipi di droghe a seconda dell’azione prevalente. Abbiamo i seguenti tipi di lassativi:

1.Meccanici: si tratta di sostanze indigeribili che facendo massa nell’intestino premono sulle pareti stimolando la peristalsi. La crusca dei cereali è il rappresentante tipico di questo gruppo.

2.Osmotici: lassativi capaci di rendere le feci morbide aumentando il contenuto idrico nel lume intestinale. Mucillagini e soprattutto pectine, contenute in quantità in alcuni frutti come peremele e kiwi, si comportano con questo meccanismo.

Anche alcuni zuccheri non assimilabili si comportano alla stessa maniera. Di questo gruppo il più rappresentativo è l’essudato della corteccia dell’ornello (Fraxinus ornus) noto come manna.

3.Lubrificanti: sono oli vegetali che facilitano lo scorrimento delle feci all’interno del lume intestinale. Qualunque olio usato a digiuno (perché non essendoci bile viene poco digerito) può favorire questa funzione).

4.Antrachinotici: sono purganti ad azione irritante. Stimolano le terminazioni nervose provocando la peristalsi. Sono di sicura efficacia ma non privi di effetti collaterali.

Le piante più rappresentative sono:

  • sena (Cassia angustifolia e Cassia ovata),
  • frangula (Rhamnus frangula),
  • cascara sagrada (Rhamnus purshiana),
  • rabarbaro (Rheum palmatum),
  • aloe (Aloe ferox, Aloe socotrina).

 

Il problema della diarrea viene trattato con piante ricche di tannini che astringono ed esercitano anche una certa sepsi intestinale:

  • mirtillo foglie (Vaccinium myrtillus),
  • tormentilla (Potentilla tormentilla),
  • quercia (Quercus robur),
  • noce foglie (Juglans regia).

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Piante aromatiche per l'apparato respiratorio

Cominciando dalle problematiche delle prime vie respiratorie c’è da dire che il ruolo principale viene svolto dalle droghe ad attività balsamica.

Si tratta di piante ricche di oli essenziali altamente volatili, di natura calda e secca, generalmente impiegate per inalazione attraverso i suffumigi.

Le più note che hanno queste caratteristiche sono:

  • Eucaliptus globulus,
  • Mentha piperita,
  • Thymus vulgaris,
  • Pinus.

Piante aromatiche per la gola

Quando il problema si presente nelle seconde vie respiratorie la situazione si complica un po’.

In particolare, se ad essere colpita è la gola, si può provare con gargarismi a base di queste stesse erbe magari associate a piante più spiccatamente lenitive ed antiinfiammatorie come:

  • erisimo (Sysymbrium officinale, caldo),
  • agrimonia (Agrimonia eupatoria, fredda),
  • piantaggine (Plantago sp., fredde).

 

Qualora non fosse sufficiente si può ricorrere a prodotti a base di propoli che è la sostanza più potente come attività antibatterica.

Piante aromatiche per la tosse

Ancora più complesso è il trattamento della tosse. Per prima cosa bisogna individuare il tipo di tosse; si distinguono due tipologie principali:

  1. tosse secca, stizzosa (interessamento della bile gialla),
  2. tosse grassa catarrosa (interessamento del muco ostruttivo, stomaco).

Le piante utilizzate si dividono in gruppi:

Piante emollienti

si tratta di mucillaginose che svolgono funzione lenitiva, umettante e protettiva di mucosa:

  • verbasco (Verbascum thapsus barbassus, calda),
  • altea (Althaea officinalis, calda),
  • malva (Malva sylvestris, l’unica equilibrata tra caldo e freddo),
  • lichene islandico (Usnea islandica, freddo).

 

Piante espettoranti

ricche di saponine, esercitano azione espettorante in parte in virtù della loro azione emulsionante, in parte perché si sfrutta il riflesso, mediato dal bulbo, che collega stomaco e apparato respiratorio:

  • marrubio (Marrubium officinale, caldo),
  • poligala (Polygala senega, calda),
  • issopo (Hyssopus officinalis, caldo),
  • liquirizia (Glycirrhyza glabra, equilibrata).

 

Può essere utile accompagnare il trattamento con piante capaci di potenziare le difese immunitarie come: 

  • Rosa canina, ricca di vitamina C,
  • Echinacea sp., ad attività immunostimolante.

Alle volte, se le circostanze lo richiedono, si utilizzeranno anche dei febbrifugi come droghe ricche di salicilati:

  • Spirea,
  • Filipendula ulmaria,
  • Salice (Salix alba),
  • Corteccia di China (China sp.),

 

che combattono eventuali sintomatologie febbrili.

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Piante aromatiche per l'apparato circolatorio

Le problematiche che affliggono le arterie sono prevalentemente legate alla formazione della placca ateromatosa e quindi al fenomeno dell’aterosclerosi.

Costituiscono fattori aggravanti l’ipercoagulabilità sanguigna, nonché l’eccesso di grassi nel sangue (colesterolo e trigliceridi).

Pertanto, tutti i trattamenti che fluidificano il sangue, diminuendo l’aggregazione piastrinica, costituiscono fattori preventivi del rischio connesso all’aterosclerosi.

Agiscono in questo senso piante ricche di cumarine come ad esempio il meliloto.

Anche droghe quali il Ginkgo biloba rendono il sangue più fluido e svolgono azione protettiva a livello della rete capillare.

Possono essere utili anche droghe ricche di derivati dell’acido salicilico come Spirea ulmaria. Naturalmente, tutte le droghe coleretiche e colagoghe, comunemente usate per trattare l’ipercolesterolemia, entrano a far parte del gruppo dei rimedi utili per proteggere le arterie.

Anche gli acidi grassi poliinsaturi concorrono alla protezione delle arterie non solo attraverso la loro azione ipocolesterolemizzante ma anche per la formazione di prostaglandine antiaggreganti che proteggono dalla formazione di coaguli.

Tra i gemmoderivati, quelli più importanti sono il Cornus sanguinea, utile in tutte le situazioni legate a sindromi trombotiche, e Citrus limonum.

Vi sono poi delle droghe capaci di tonificare la muscolatura delle vene potenziandola.

In particolare due droghe ricche di saponine particolari che svolgono attività tonica sulle vene piuttosto che detergente ed emulsionante; si tratta:

  • dell’ippocastano, ricco in escina,
  • del rusco, ricco in ruscogenina.

 

Entrambe le droghe sono di grande utilità sia se assunte oralmente che utilizzate per uso topico.

Si riporta una formulazione utile come rimedio naturale per ipotensione:

  • Romice radice: 20%
  • China corteccia: 20%
  • Cannella corteccia: 20%
  • Sedano semi: 20%
  • Ginseng radice: 10%
  • Kola noci: 10%

 

Macerare per dieci giorni in marsala possibilmente all’uovo e bere un bicchierino da rosolio ogni mattina.

Piante aromatiche per il fegato

Il fegato è tra gli organi trasformatori il principali, ivi svolgendosi quasi tutte le trasformazioni metaboliche necessarie al funzionamento dell’organismo.

Ne consegue che l’alterata funzionalità dell’organo può compromettere moltissime funzioni incluse il controllo della glicemia e del metabolismo degli acidi grassi.

Inoltre, come tutti gli organi, si può ammalare di patologie varie sia di natura infettiva (epatiti virali) che di natura degenerativa (steatosi, cirrosi ecc).

Molte sono le piante che si possono usare per curare il fegato; le possiamo suddividere in due grandi gruppi.

Le piante del primo gruppo si utilizzano in tutti i casi che il fegato soffre di malattie acute o croniche che ne compromettano la struttura (epatiti, cirrosi).

Tra queste, le più note e utilizzate appartengono al gruppo dei cardi, in particolare il

  • cardo mariano (Sylibum marianum, caldo),
  • agrimonia,
  • parietaria (Parietaria officinalis),
  • piantaggine.

 

Le piante del secondo gruppo si usano quando il fegato, affaticato per ragioni varie, pur non presentando segni di danno diretto, fatica a svolgere le sue funzioni normali quali ad esempio regolare il tasso di colesterolo e trigliceridi nel sangue.

Le piante che svolgono simile attività sono molte e ricordiamo:

  • carciofo (Cynara scolymus, caldo ma con la componente fredda),
  • curcumaboldo (Peamus boldus, caldo),
  • rosmarino (Rosmarinus officinalis, caldo),
  • tarassaco (Taraxacum officinalis, freddo),
  • gramigna (Agropyron repens, freddo),
  • elicriso (Helyuchrysum hitalicum, caldo).

 

Accanto a queste piante è opportuno utilizzare droghe che stimolino la contrazione della colecisti per facilitarne lo svuotamento:

  • rosmarino,
  • ginepro (Juniperus communis, caldo),
  • zenzero sono ottimi colecistocinetici.

 

Per avere un effetto depurativo completo è corretto sostenere il fegato con piante che stimolano gli altri organi emuntori come reni e pelle, tra queste ricordiamo:

  • gramigna,
  • tarassaco,
  • betulla (Betula sp., fredda),
  • ononide (Ononis spinosa, calda),
  • tiglio (Tilia officinalis, calda),
  • sambuco (Sambucus nigra, calda).

 

Piante aromatiche per i reni

I reni sono l’organo mediante il quale si regola l’equilibrio idrico salino del corpo umano. In altre parole, si regola la quantità di acqua e di sali che devono circolare nel plasma.

E’ ovvio che qualsiasi situazione patologica che comprometta l’organo può portare alla rottura di questi equilibri con conseguenze anche molto gravi per la salute.

Inoltre, il rene, si comporta in parte da organo trasformatore oltreché emuntore ivi concludendosi alcune trasformazioni metaboliche iniziate nel fegato.

Grande è la varietà di piante che possiamo definire come diuretiche; si può anzi affermare che, almeno in modo leggero, qualunque tisana ha una certa attività diuretica.

Piante diuretiche in modo significativo sono:

  1. le radici di prezzemoloruscoononide, finocchioasparago;
  2. i rizomi di gramigna;
  3. i peduncoli di ciliegio;
  4. le barbe di mais;
  5. le foglie e le radici del tarassaco;
  6. le foglie di betulla e pilosella, la verga d’oro.

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Piante aromatiche per il sistema nervoso

Partiamo dalle droghe che stimolano il sistema nervoso. Le più note ed utilizzate, prevalentemente a scopo voluttuario, sono le droghe contenenti xanthine.

Si tratta delle piante più bevute al mondo o comunque consumate a vario titolo includendo:

  • caffè,
  • ,
  • cacao,
  • mate,
  • noci di cola,
  • guaranà.

Stimolano il sistema nervoso (e non solo), mimando l’effetto dell’adrenalina e della noradrenalina. Tra tutte, quella che presenta azione più immediata ed intensa ma di breve durata è il caffè, almeno come viene abitualmente consumato.

Più moderato ma dall’azione prolungata è il guaranà, mentre il mate si colloca un po’ a metà strada.

Il tè contiene prevalentemente teina, meno potente come stimolante del sistema nervoso e del cuore, in quantità uguali nel tè verde e nel tè nero. Tuttavia nel tè verde, essendo presente un antagonista, manifesta effetti più prolungati anche se di minore entità.

Altre droghe stimolanti largamente impiegate sono quelle ascrivibili al gruppo dei cosiddetti adattogeni. Alcune sono molto note:

  • ginseng
  • eleuterococco,
  • astragalo,
  • schisandra,
  • rhodiola rosea.
  • rosmarino,
  • santoreggia.

Abbiamo poi un vasto assortimento di droghe rilassanti, sedative o prettamente ipnotiche. Rilassanti sono alcune piante usate spesso anche a scopo voluttuario in virtù del loro buon sapore come:

  • tiglio,
  • camomilla,
  • verbena odorosa,
  • fiori d’arancio,
  • melissa.

Più propriamente sedative fino a poter essere considerate degli addormentanti sono la

  • lavanda,
  • passiflora,
  • foglie dell’arancio.

Vi sono poi le droghe più strettamente ipnotiche come:

  • valeriana,
  • escolzia,
  • peonia,
  • ginestrino (Lotus cornicolatus),
  • meliloto,
  • ballota (ottima anche come spasmolitico).

 

Infine vi sono le droghe attive sull’umore. La più nota ed utilizzata è l’iperico, che agisce come IMAO (inibitore delle monoamino ossidasi).

Abbiamo poi alcune droghe serotoninergiche come l’avena sativa (da utilizzarsi però solo da preparazioni di pianta fresca), il tanaceto e la griffonia.

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