Così si prepara il vaccino Pfizer-BioNtech: 50mila passaggi diversi e ingredienti da milioni di euro. Viaggio nella fabbrica che BioNtech ha acquistato da Novartis a Marburgo: «Dovevamo arrivare a 250 grammi di mRna al giorno, a Magonza ne lavoravamo un grammo. Avevamo il sudore sulla fronte».
17 Aprile 2021 – L’Unione europea sta negoziando in questi giorni per assicurarsi nuove forniture del vaccino Pfizer/BioNTech, dopo che la casa farmaceutica britannico-svedese Astrazeneca ha mostrato di non saper tener fede agli impegni sulle forniture che aveva preso in precedenza. A seguire, così si prepara il vaccino Pfizer-BioNtech: 50mila passaggi diversi e ingredienti da milioni di euro.
Per aumentare la produzione di vaccini la società tedesca BioNTech dei medici Ugur Sahin e Özlem Türeci, coloro che hanno sviluppato per primi un vaccino basato sull’Rna messaggero (mRna: qui la storia della sfida con Moderna), ha rilevato direttamente una fabbrica di medicinali di Marburgo, in Assia.
Apparteneva alla Novartis e BioNTech l’ha comprata a ottobre per 66 milioni di euro, perché usare uno stabilimento già autorizzato per la produzione di farmaci avrebbe permesso di accelerare i tempi. Aveva già ottenuto il collaudo di macchinari e «camere bianche» e disponeva di 300 dipendenti qualificati (la BioNTech sta anche approntando un nuovo stabilimento produttivo a Magonza, in un ex deposito di bevande).
Così si prepara il vaccino Pfizer-BioNtech: 50mila passaggi diversi e ingredienti da milioni di euro
La Zeit ha visitato la fabbrica e apre il reportage da Marburgo con una frase fulminante: «Salvare il mondo è un lavoro manuale». Per preparare il vaccino ci vogliono infatti 50 mila passaggi diversi.
Per esempio miscelare gli enzimi da bottiglie diverse in un contenitore da laboratorio per poi versarli nel bioreattore che produce l’mRna.
Basta sbagliarne uno e si rischia di rovinare tutto il processo. E con esso sostanze molto costose, nell’ordine di milioni di euro.
Il libretto di istruzioni usato dai tecnici di laboratorio a Marburgo conta più di un migliaio di pagine.
Normalmente la produzione dei vaccini si sarebbe basata su ingredienti pre-lavorati forniti da altre aziende, ma adesso BioNTech li prepara autonomamente, per velocizzare i tempi.
«Dovevamo muoverci in fretta, così abbiamo deciso di farlo da soli. Avevamo le persone per farlo», dice Sierk Poetting, 48 anni, direttore finanziario e capo delle operazioni di BioNTech (a Marburgo si lavora 24 ore su 24, sabati, domeniche e festivi compresi).
«La velocità è tutto. Ogni giorno in più che un vaccino è disponibile salva delle vite; con ogni dose somministrata, aumenta la speranza di un ritorno alla normalità. La fabbrica è entrata in funzione in soli cinque mesi dopo l’acquisto lo scorso autunno, cosa che normalmente richiede da uno a due anni», spiega la Zeit.
Non si sottolineerà mai abbastanza l’eccezionalità dell’impresa portata avanti dagli scienziati, dai farmacologi e dai tecnici che producono i vaccini contro il Covid.
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Vaccino mRna Pfizer-BioNtech: una sfida enorme
«Usare la nuova tecnologia mRna per sviluppare un vaccino è stata una sfida enorme. Ma è almeno altrettanto impegnativo impostare la produzione di massa per il vaccino mRna – nessuno al mondo ha esperienza in questo» scrive il settimanale tedesco.
Quest’anno BioNTech ha ricevuto ordini per 1,7 miliardi di dosi, Poetting (che è il responsabile della produzione) vuole fabbricarne 2,5 miliardi. Di queste fanno parte i 500 milioni di dosi già ordinate dalla Ue e quelle in più che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen sta negoziando.
Entro un mese la fabbrica di Marburgo dovrebbe produrre anche le dosi di richiamo che serviranno ad aggiornare i vaccini alle varianti mutate del virus.
Il vero successo è il lavoro di squadra
«La produzione di vaccini è uno dei compiti più delicati dell’industria farmaceutica perché un vaccino viene iniettato in un corpo sano e gli effetti collaterali devono essere minimi. Per portare tutti i 50 mila passaggi di produzione (dalla fabbrica centrale, ndr) a Marburgo, hanno creato dei gruppi di lavoro per organizzare il tutto.
Affinché i colleghi della sede centrale di Magonza e del nuovo stabilimento di Marburgo potessero conoscersi, hanno tenuto prima una riunione congiunta di Zoom con la birra e con un quiz, racconta la Zeit.
Nelle settimane successive, le squadre hanno visitato i produttori a contratto che stavano già eseguendo alcuni processi. Le aziende esterne hanno persino permesso di fotografare i loro stabilimenti.
Normalmente, questo è impensabile. A nessuno piace condividere i segreti aziendali. “Ma questo è stato un periodo in cui l’industria ha davvero collaborato”, dice Poetting. “Potrebbe non esserci mai più nulla di simile”».
La parte complicata era scalare la produzione: la fabbrica di Magonza lavorava un grammo di mRna al giorno. A Marburgo dovevano trattarne 250. Per capire come fare sono passati prima a lavorare 10 grammi al giorno. «Avevamo il sudore sulla fronte», dice Poetting.
Poi da 10 a 250 grammi. «Abbiamo una ricetta, ma in un contenitore da un litro succede qualcosa di diverso che in un contenitore da 50 litri» spiega Poetting.
Anche le macchine di Marburgo erano diverse da quelle di Magonza, così come i programmi informatici di gestione. Dopo due mesi sono riusciti a produrre 360 grammi di mRNA al giorno dal loro “barattolone”, un bioreattore da 50 litri. In sei settimane quell’mRna si trasforma in dosi di vaccino.
Tutto questo porterà enormi profitti alla BioNtech. «Solo» 15 milioni di euro nel 2020, il primo anno in cui ne ha registrati dalla sua fondazione. In quello corrente il suo fatturato dovrebbe salire a circa 10 miliardi di euro.
Ma la BioNtech darà anche al mondo una protezione efficace contro una malattia che finora ha causato 2,99 milioni di morti (secondo i calcoli ufficiali, che tutti ritengono sottostimati) e fermato la vita e l’economia di quasi tutto il pianeta.
È un’impresa storica.
Fonte: Il Corriere