Coronavirus: da Sylvia Browne a Nostradamus tutte le profezie sulla Pandemia. “Entro il 2020 con guanti e mascherine in pubblico” la profezia sul coronavirus, era tutto previsto?
Quando ci si trova di fronte ad un evento di portata mondiale, si iniziano a raccogliere tutte le opere che in qualche modo hanno anticipato il fenomeno. A seguire Coronavirus: da Sylvia Browne a Nostradamus tutte le profezie sulla Pandemia.
Il Coronavirus e il panico che ha scatenato occupano qualsiasi giornale e qualsiasi piattaforma web.
La malattia provocata, COVID-19, sembra un evento inatteso, che ci coglie completamente impreparati.
Se invece così non fosse?
Esistono due libri che raccontano storie con talmente tanti punti in comune con l’attuale epidemia da sembrare predizioni o profezie.
Partiamo con la scrittrice statunitense Sylvia Browne che aveva preannunciato l’arrivo di questa epidemia nel suo libro “End of days” pubblicato nel 2008.
Coronavirus: la profezia di Sylvia Browne nel libro “End of days“
La scrittrice statunitense Sylvia Browne aveva previsto un’epidemia identica al Coronavirus nel libro “End of days” pubblicato nel 2008. Per leggere il libro End of days >CLICCA QUI<
“Entro il 2020 diventerà di prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma, a seguito di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto sembrerà scomparire completamente per altri 10 anni, rendendo ancora più difficile scoprire la sua causa e la sua cura” scrisse Sylvia Browne.
La scrittrice è stata una figura celebre negli Stati Uniti ed è morta nel 2013 all’età di 77 anni in circostanze non chiare.
Nota anche come sensitiva, la Browne è stata un’attrice di varie opere, molti di questi tradotti anche in Italia, che sono state oggetto di controversie e dibattiti.
Inoltre avrebbe partecipato a oltre 100 casi investigativi. La stessa scrittrice ha affermato di aver collaborato con la polizia statunitense, compresa l’Fbi.
Coronavirus: la profezia di Dean Koontz nel libro del 1989 “The Eyes of Darkness“
Nell’edizione del 1989, The Eyes of Darkness dell’autore americano Dean Koontz presenta alcune analogie con quanto sta accadendo recentemente.
Il romanzo parla delle ricerche di una madre in lutto per la scomparsa del figlio. Il ragazzo è morto davvero incidentalmente oppure ha contratto il pericolosissimo virus Wuhan-400, creato nei laboratori biologici dei dintorni?
La scelta di ambientare il romanzo a Wuhan, in un laboratorio a soli 32 km dal punto da cui è partita la malattia reale, può sembrare davvero inquietante.
Così come inquietante è la descrizione del virus: concepito come arma letale perfetta, Wuhan-400 sviluppa i sintomi influenzali e uccide in poco tempo chi lo contrae.
Ecco il brano del libro in lingua originale che lo descrive:
The Eyes of Darkness nella versione originale (1981) ha un’ambientazione totalmente diversa: anziché a Wuhan, il misterioso e pericolosissimo laboratorio si trova a Gorki, in Russia, ed è da questo luogo che prende nome anche il virus, Gorki-400.
Non si sa se la decisione di modificarne l’ambientazione nel 1989 sia stata presa dall’editore o dall’autore del romanzo, ma la scelta rimane un mistero. Perché spostare l’ambientazione proprio a Wuhan?
Dal 13 marzo 2020, The Eyes of Darkness sarà disponibile anche al pubblico italiano. Pubblicato da Fanucci Editore, il romanzo di Dean Koontz avrà il titolo Abisso – Coronavirus: il romanzo della profezia. Per leggere il libro The Eyes of Darkness >CLICCA QUI<
Coronavirus: la profezia del regista Steven Soderbergh del 2011 nel film Contagion
Il thriller diretto da Steven Soderbergh nel 2011 racconta di Beth Emhoff, una donna (interpretata da Gwyneth Paltrow) che di ritorno da un viaggio d’affari da Hong Kong inizia a accusare un malore.
Il marito (Matt Damon) la porta immediatamente in ospedale, ma è già troppo tardi perché il virus – denominato MEV 1 – nel giro di poche ore la ucciderà, dando inizio a una psicosi collettiva.
Tracey McNamara, consulente scientifica del film Contagion, è tornata a parlare del film alla luce dell’epidemia di Coronavirus, che ha spinto molti a rivedere il thriller “virale” del 2011.
Intervistata da BuzzFeed News, la McNamara, che lavora come patologa veterinaria, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Se la gente lo sta rivisitando, spero che si rendano conto che il film parlava di quello che può accadere con una nuova minaccia pandemica, e penso che avrebbero dovuto prenderlo più sul serio al momento dell’uscita, perché era un avvertimento rivolto al governo: questo può accadere, e bisogna essere preparati.“
come sottolineato anche dalla dottoressa McNamara, molti degli avvertimenti presenti nel lungometraggio, tra cui l’invito a non toccarsi la faccia, corrispondono a ciò che sta accadendo adesso con il COVID-19.
La scienziata ha anche ribadito la verosimiglianza di Contagion con COVID-19 per quanto riguarda la disponibilità di un vaccino: al termine del thriller di Soderbergh si trova una soluzione al problema, ma non prima che il virus abbia ucciso quasi tre milioni di persone negli Stati Uniti e 26 nel mondo intero.
Ricordando una scena specifica del film, la McNamara ha citato un altro elemento molto reale:
“Alla conferenza stampa, quando chiedono se qualcuno ha trasformato il virus in un’arma e la risposta è che ci ha già pensato Madre Natura, è esattamente quello che diciamo da vent’anni.“
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Coronavirus: la profezia della serie televisiva della BBC Survivors
Nel 1975 usciva in Gran Bretagna la serie televisiva della Bbc ‘Survivors’, che raccontava di un gruppo di sopravvissuti a una misteriosa pandemia scatenata da un virus fuoriuscito accidentalmente da un laboratorio cinese.
La serie arrivò anche in Italia qualche anno dopo e ogni puntata cominciava con questa sigla, che riassumeva l’antefatto della storia, con l’organismo patogeno fuori controllo che si diffonde in tutto il mondo tramite spostamenti aerei.
Sigla che in queste settimane di diffusione del Coronavirus è tornata di attualità sui social, in quanto molti vi ravvisano somiglianze con quanto sta accadendo ora.
Coronavirus: la profezia di Matt Groening ideatore dei Simpson
La serie di Matt Groening è stata in grado di anticipare l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti o la morte del giocatore di basket Bryant.
Periodicamente il web tira in ballo previsioni che dal cartone animato si sarebbero miracolosamente avverate.
In alcuni casi le coincidenze con fatti reali sono effettivamente sorprendenti, l’ultima riguarda il Coronavirus e rappresenta un po’ una via di mezzo, una sorta di profezia a metà.
Marge in catene e l’influenza di Osaka – Con la diffusione del pericoloso virus nato in Cina che sta gettando il mondo intero nel panico.
C’è chi ha ricordato l’episodio 21 della quarta stagione de I Simpson, intitolato “Marge in catene”.
In onda per la prima volta nel 1993 (e l’anno dopo in Italia), mostra Marge incarcerata per aver rubato per errore una bottiglia di bourbon, non prima che una micidiale epidemia abbia colpito la città di Springfield.
I media la chiamano “influenza di Osaka”, arrivata dall’Asia quando alcuni addetti alle spedizioni hanno infettato con un virus alcuni spremiagrumi acquistati in massa dagli abitanti di Springfield.
La propagazione della malattia crea una vera e propria psicosi di massa. Su gli effetti sulla popolazione nella puntata della serie animata possono ricordare ciò che sta accadendo oggi con il Coronavirus.
Precisiamo che le somiglianze tra l’episodio e la realtà del 2020 sono decisamente poche, a partire dalle modalità di diffusione e dal fatto che la nazione “esportatrice” della malattia ne I Simpson è il Giappone e non la Cina.
Le somiglianze sono per la verità piuttosto generiche
Coronavirus: la profezia di Benito Mussolini
In piena epoca fascista, Benito Mussolini avvertiva l’ambasciatore italiano a Shangai, Galeazzo Ciano, di un “pericolo giallo”.
E, preoccupato, aggiunse: “Invaderanno il mondo con la loro smisurata prolificità, con i loro prodotti a basso costo e con le epidemie che coltivano al loro interno”.
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Coronavirus: la profezia di Bill Gates
E mentre il mondo sembra aspettare che l’ondata di contagi passi, una profezia di Bill Gates, che ricorda molto da vicino il diffondersi del virus cinese, racconta un’amara verità.
Era il 2018 quando il miliardario, durante una conferenza, aveva detto che un virus molto potente avrebbe ucciso 30 milioni di persone in sei mesi.
Gates durante un incontro del 2018 della Massachusetts Medical Society a Boston, aveva annunciato che il mondo si sarebbe dovuto preparare all’arrivo di un agente patogeno molto pericoloso, peggio di una guerra.
Gates aveva persino sottolineato che il virus si sarebbe propagato dall’Asia.
L’aumento della popolazione e il degrado ambientale sono alla base del diffondersi del virus secondo Gates, che ha parlato di 33 milioni di vittime in sei mesi e conseguenze disastrose per l’economia mondiale.
Oggi le parole di Gates sembrano avere qualcosa di sinistro se si pensa alla situazione attuale.
Coronavirus: la profezia di Nostradamus
La grande peste de cite maritime
Ne cessera que mort ne soit vengée
Du iuste sang, par pris damne sans crime
De la grand dame par feincte n’outraigée
“La grande peste nella città marittima non cesserà prima che morte sarà vendicata del giusto sangue per preso condannato innocente della grande dama per simulato oltraggio”.
Con queste parole Nostradamus prevede nel XVI secolo un’epidemia, forse proprio il Coronavirus.
E per i fedelissimi delle quartine è proprio così. Quella in questione è la 2:53 ed è da rintracciarsi all’interno del IV libro delle sue profezie.
In molti trovano alcune similitudini con la profezia e quello che sta accadendo in tutto il mondo a causa del COVID-19.
Il virus, infatti, dopo essersi propagato in molti paesi della Cina, è arrivato anche in Italia, contagiando migliaia di persone.
Solo suggestione o in queste mistiche parole c’è un fondo di verità?